Pratico yoga dal 1996, lo insegno agli adulti dal 2011 e ai bambini dal 2013.
Molti anni di pratica ( per lo più fisica almeno all’inizio ) che mi hanno insegnato tanto.
Quello che ho maggiormente appreso è stato il senso del rispetto.
Per me stessa, per gli altri e per ciò che mi circonda.
Credo fortemente che lo yoga possa aiutare anche i bambini a imparare a vivere questo senso del rispetto.
I bambini hanno delle risorse straordinarie e una sensibilità tutta particolare. “Lavoro” con i bambini da quasi vent’anni come catechista e adoro osservarli da lontano, vedere come interagiscono tra loro, con le figure adulte e con il mondo che li circonda.
A volte vedo aggressività, a volte vedo l’incapacità di adattarsi alle situazioni ( non avete idea, o forse si, di quanto sia difficile organizzare un gioco di gruppo! Se qualche collega catechista sta leggendo l’articolo capirà di sicuro!); altre volte vedo la resistenza a sentirsi dire di no, a fare un po’ di fatica.
Lungi da me attribuire colpe. Io vado al sodo e lavoro per cercare di attenuare questi atteggiamenti.
Lo yoga è uno strumento importantissimo in questo senso.
Nello yoga i bambini affinano la capacità di percepirsi, di “orientarsi” nello spazio e di capire che quello stesso spazio non è solo loro, ma va condiviso.
Lo yoga va incontro alle esigenze di tutti i bambini, ai loro eventuali limiti fisici, alle loro fragilità emotive.
” Gli svantaggi economici e socioculturali di molte famiglie creano situazioni potenzialmente esplosive. In questo casi lo yoga- non giudicante è per i bambini, quell’oasi di pace e serenità che nel mondo non trovano e che permette loro di trovare la forza per non sentirsi sopraffatti” afferma Emina Cevro Vukovic nella prefazione di “Piccolo Yoga” il libro ( la mia bibbia), di Clemi Tedeschi.
Nel 2017 ho frequentato il corso di formazione “Yoga per Crescere” di Aipy ( Associazione Italiana Pedagogia Yoga). Una domanda dell’esame intermedio era: A quale scopo proporre lo yoga ai bambini e ai ragazzi? Quali sono le tue motivazioni personali?
A quella domanda rispondevo così:
Lavorando con i bambini e osservandoli nelle loro dinamiche di interazione ho sempre notato una tendenza a voler cambiare esperienze e intrattenimenti molto velocemente. Del resto è quello che il mondo ci propone, con i suoi ritmi molto veloci, con suoni, rumori e soprattutto immagini che cambiano in continuazione.
Quello che ai bambini spesso manca è la possibilità di fermarsi e di creare quella che io chiamo ( e nomino spesso durante le lezioni) l’atmosfera di silenzio.
Perchè è solo con il silenzio che noi possiamo ascoltare gli altri ma soprattutto noi stessi, le nostre emozioni, i nostri sentimenti, il nostro respiro.
Rallentare i ritmi e familiarizzare con l’ascolto di sé.
Rallentare i ritmi e osservare il proprio corpo che si muove, che prende determinate forme, che si relaziona con gli altri.
Prima si comincia a seminare e meglio è.
Ma soprattutto lo yoga è per i bambini uno strumento di condivisione. Condivisione di esperienze, di gioco e di pensieri.
Le pratiche tradizionali dello yoga come asana e pranayama ( quest’ultimi proposti ai bambini a livello embrionale) possono essere rielaborate attraverso la creatività nelle sue innumerevoli espressioni ( musica, disegno, produzioni scritte ecc…).
Lo yoga propone valori importanti come ahimsa, la non violenza. Questo significa che l’attenzione va posta al COME ( assenza di competizione e prevaricazione) ci relazioniamo con le altre persone, con gli animali, con l’ambiente.
Lo yoga diventa veicolo di trasmissione di valori come la sostenibilità e insegnare ai bambini uno stile di vita il più possibile sostenibile è un investimento per il futuro di tutti.
Lo yoga è infine uno strumento che può creare legami tra i diversi linguaggi, le diverse culture, le diverse religioni perchè il linguaggio dello yoga, che parte da ciò che accomuna tutti cioè il corpo, è universale.
Ovviamente non possono essere trascurati gli obiettivi fisici e terapeutici che vengono raggiunti attraverso la proposta della pratica dello yoga ai bambini:
– Coordinazione;
– Percezione del proprio corpo nello spazio;
– Forza ed elasticità;
– Stabilità ed equilibrio;
– Migliore funzionalità degli organi interni, della circolazione sanguigna e rafforzamento del sistema immunitario.
Le mie motivazioni personali nascono da un profondo rispetto per il mondo dei bambini e dalla voglia di imparare sempre più cose da loro.
I bambini a mio avviso sono molto più saggi degli adulti, e nella loro genuinità sanno cogliere aspetti della vita che gli adulti non vedono più.
Mi piace l’idea di contribuire a cercare di mantenere il più a lungo possibile questa genuinità e spontaneità attraverso una disciplina che amo così tanto.
Ecco perchè trasmetto lo yoga ai bambini.
Con semplicità, con umiltà. Si, perchè il fatto di essere un’insegnante non significa che io abbia raggiunto l’eccellenza e guai a me se mi considerassi arrivata nel mio percorso di insegnante di yoga (e di catechista).
Cara Catia, questo è uno post più belli che tu abbia scritto!
Almeno, per me, perché mi fa venire voglia di guardare anch’io al mondo con questo senso di rispetto di cui tu mi evochi il sentimento!
Se tutti fossero come te… avremmo un mondo decisamente migliore.
Un caro saluto
Dani