All’inizio di un percorso di yoga, che sia in un corso privato oppure in ambito scolastico, è molto importante chiarire subito con i bambini che nel tempo e nello spazio dedicato allo yoga è fondamentale la collaborazione di tutti ( certo bambini, anche la vostra!) per divertirci e “imparare” tante belle cose.
Per questo vengono stabilite delle regole. Poche, ma precise.
Leggo dal libro “Piccolo Yoga” di Clemi Tedeschi:
” Per ottenere questi risultati è necessario rispettare un patto, il patto del silenzio. Le posizioni e i giochi che faremo sono molto divertenti, ma richiedono concentrazione. Vi è mai capitato di fare qualcosa di difficile, di tenere molto al risultato e di non riuscire perchè siete stati disturbati?
Perciò dobbiamo trovare un accordo tra noi, dei segnali per stabilire quali sono i momenti in cui è necessario il silenzio totale e, poi, in tutti i giochi esistono regole da rispettare.
Ecco tre cose che vi aiuteranno: un suono, una posizione e un gesto un po’ magico”.
Un suono: entra in gioco uno strumento molto bello e particolare: la campana tibetana…
Ogni volta che nel corso della lezione è il momento di ascoltare le istruzioni di un’attività, l’insegnante dà solo un colpo di campana tibetana. I bambini sapranno che è il momento di fermarsi, di raggiungere i rispettivi tappetini e mettersi in …
una posizione: la posizione dell’ascolto
Può essere la posizione facile a gambe incrociate oppure per chi è più comodo la posizione del diamante, seduti sui talloni. La posizione è accompagnata da…
un gesto: il gesto dell’ascolto.
Questo gesto completa il patto del silenzio. Si tratta di chin mudra, con il pollice e l’indice chiusi ad anello e le altre dita tese e i palmi delle mani rivolti verso l’alto.
” Ora mettiamoci alla prova: farò suonare una musica, balleremo liberamente nello spazio. Quando la musica si fermerà, correremo sui tappetini e, al suono della campana tibetana, ci metteremo in silenzio in una delle posizioni che vi ho fatto vedere, facendo il gesto dell’ascolto. Siete pronti?”
Io credo che ai bambini/ragazzi servano delle piccole regole per poter vivere appieno le loro esperienze. E credo fortemente ( parlo anche da mamma) che le regole, quando sono sane e non esasperanti, indichino ai bambini/ragazzi che noi adulti ci teniamo tanto a loro, che vogliamo loro bene anche se apparentemente la totale libertà risulta più affascinante ai loro occhi.
Che ne pensate?
Ci ho provato ma ho chiamato il 112 per farmi disincastrare. Scherzi a parte concordo su tutto. Con i tanti mezzi di comunicazione visiva si perde la capacità di usare uno dei sensi più importanti: “l’udito”.