La mia quarantena è iniziata il 17 febbraio, ancora prima che il Covid 19 venisse ufficialmente dichiarato circolante con il primo (forse) caso di Codogno.
Si, perchè in quei giorni un dolorosissimo calcolo renale ha pensato bene di farsi sentire e mi ha bloccato completamente.
Poi il lockdown ufficiale …
Il mese di marzo è stato difficilissimo… io non stavo bene per colpa del calcolo, è arrivata anche una fastidiosissima tosse ( che ad oggi non mi ha completamente abbandonato), stavo cercando di gestire l’elaborazione della perdita di mio padre e intanto arrivavano notizie di parenti e conoscenti colpiti dal virus nella zona di Lodi. Il 21 di marzo, primo giorno di primavera, giorno della rinascita, della nuova stagione mi sembrava di impazzire dal dolore, dalla paura e dalla sensazione di trappola che era penetrata nel profondo. Mi ricordo che in quei giorni ero diventata tutto quello che detestavo: pesante, noiosa, antipatica nei modi di fare e di parlare. Insomma, un vero e proprio vampiro energetico ( chiedete a marito, figlia, amiche e parenti).
Poi è arrivato aprile e non so ma qualcosa è cambiato…
Ho cominciato a capire che se fossi andata avanti a martellarmi con i pensieri di malattia e di morte ( anche perchè come quasi tutti noi era un continuo guardare sul cellulare le notizie, i numeri, le statistiche, le curve di contagio ecc…) non mi avrebbe ucciso il Covid ma la depressione. Ho cominciato a dirmi che dovevo muovermi, dovevo agire, pur non ignorando le mie paure e il mio dolore. Perchè mi ero convinta di dover prima stare bene e poi attivarmi in qualcosa, quando invece dovevo ragionare al contrario: dovevo attivarmi per stare bene.
“E da dove comincio?” mi sono chiesta.
La risposta è arrivata immediata: dallo yoga!
Da novembre, quando mio padre è stato ricoverato, non avevo più srotolato il mio tappetino. Il corpo era completamente disconnesso dalla mente o meglio io il corpo non lo sentivo proprio più. Credo che il calcolo renale sia stato uno scossone, un messaggio forte che il mio corpo mi voleva mandare: ” Ehi! Ci sono anche io!” mi gridava a gran voce ( il dolore).
“Da che yoga ricomincio?” è stata la seconda domanda.
Avevo bisogno di uno stimolo, una motivazione che andasse oltre il mio benessere personale, perchè questo da solo non bastava a mettermi in moto.
“Le mie allieve e i miei piccoli yogin!”
Li avevo completamente abbandonati e in un primo momento non ho realizzato che potessi fare qualcosa per loro anche a distanza.
Ho navigato un po’ in Internet e vedevo che moltissimi insegnanti proponevano video e quant’altro.
E così, con i pochi mezzi a mia disposizione ho iniziato a registrare dei video anche io.
Non ho mai pensato a me come un’insegnante di yoga da video anche perchè le proposte in questo senso sono davvero tantissime, ma il fatto di pensare alle mie allieve e di percepire che in quel modo potessimo procedere insieme nel nostro percorso è stato determinante. Per intenderci, i video non sono sui social. Non mi interessa e credo che non lo farò mai. Mi piace pensare di essere con le mie allieve nella nostra saletta yoga…
E poi recentemente c’è stato il passaggio dai video alle lezioni su Zoom.
Questo periodo di isolamento forzato mi ha fatto capire che l’azione rimane per me la migliore medicina. Ma azione non vuol dire soltanto fare per non pensare; significa agire per guarire… fisicamente e mentalmente.
Ho riscoperto la bellezza del sentirsi utile mettendo a disposizione degli altri le mie competenze e i miei talenti e sento, anche se non sono un medico, un infermiere, un volontario, di aver contribuito ad alleggerire alle mie allieve la pesantezza ( umana ) che tutti avvertiamo.
Forse alla fine ho scoperto davvero qual è la ragione per cui al mattino, svegliandomi, ringrazio Dio per la giornata che mi aspetta. I giapponesi chiamano questa ragione Ikigai. Chissà, forse questa esperienza mi ha aiutato a capire qual è il mio.
Credo che tutti noi possiamo trarre degli insegnamenti da questo periodo molto particolare che abbiamo vissuto, che stiamo vivendo e che ci accompagnerà ancora per parecchi mesi.
Avete voglia di condividerli?
p.s. La foto è stata scattata allo Yoga Festival Bimbi nel maggio dello scorso anno. L’ho scelta perchè ha ispirato questo post… agire, muoversi per fare del bene … a me e agli altri!