Oggi voglio condividere una lezione completa da proporre ai bambini di una fascia d’età 4-7 anni ( quindi gli ultimi due anni della Scuola dell’Infanzia e i primi due della Scuola Primaria).
La lezione è ovviamente ispirata alla posizione dell’uccellino ed si sviluppa secondo il metodo “Yoga per crescere” di AIPY ( Associazione Italiana Pedagogia Yoga).
La lezione si apre con il …
RITO INIZIALE
I bimbi sono seduti in cerchio con le gambe incrociate nella posizione dell’ascolto.
L’insegnante intona la canzoncina: ” NOI SIAMO TUTTI AMICI E PER QUESTO SIAM FELICI” che i bambini ripeteranno insieme per tre volte.
RISCALDAMENTO
Invitiamo i bambini ad immaginarsi come degli uccellini che si stanno svegliando nel loro nido e che cominciano a stirare e sciogliere le zampette ( i bambini stireranno e disegneranno dei cerchietti con i piedi e le gambe); poi passeranno a riscaldarsi muovendo le ali ( i bambini imiteranno le ali degli uccellini quando volano e disegneranno dei cerchietti con le mani e con le braccia); è molto importante riscaldare e sciogliere anche i muscoli del collo ( i bambini disegneranno dei cerchietti con la testa muovendosi dolcemente).
” Ora bambini ci mettiamo in piedi nella posizione dell’uccellino ( che è quella dell’immagine). Le gambe sono dritte dritte ma noi ci spostiamo un pochino in avanti con il busto guardiamo diritto davanti a noi e portiamo indietro le nostre bracc….. volevo dire le nostre ali!”.
E ora siamo pronti a lasciare il nido e a spiccare il volo ( faremo muovere liberamente i bambini nello spazio ).
Ora che ci siamo riscaldati siamo pronti per il …
GIOCO
Il gioco di oggi si chiama L’autolavaggio ( favorisce la comunicazione non verbale e il contatto. L’insegnante controllerà che i gesti dei bambini non siano troppo “esuberanti”)
Si dispongono i bambini su due file, una di fronte all’altra.
Il bimbo che sta all’inizio della fila inizia a muoversi come un uccellino tra le due file di bambini. Alcuni bambini saranno gli uccellini che insaponeranno il loro compagno, altri lo laveranno e altri lo asciugheranno ( i ruoli possono essere assegnati dall’insegnante)… proprio come in un autolavaggio e alla fine l’uccellino uscirà tutto pulito e si collocherà alla fine della fila . A turno tutti i bambini-uccellini saranno lavati e profumati e tornati sui loro tappetini saranno pronti per passare alla …
STORIA ANIMATA
La storia si intitola “L’uccellino con l’ala spezzata” e ha il suo focus sulla posizione dell’uccellino e sulla posizione dell’albero ( che sarà già stata proposta ai bambini con le varianti rispetto ai tipi di albero).
NOTA 1: Per proporre questa attività mi ero accordata con le educatrici che avevano anticipato ai bimbi che avremmo realizzato una piccola recita e avevano scelto un bambino che interpretasse l’uccellino e i bambini che a piccoli gruppi avrebbero interpretato i vari tipi di albero che l’uccellino avrebbe incontrato nel corso della storia. Un altro bambino era stato scelto per fare il Vento freddo del Nord. Si era creato in questo modo una bel clima di collaborazione con le stesse educatrici.
NOTA 2: Solitamente io leggo prima tutta la storia, poi spiego le posizioni e poi ripropongo la storia integrandola con i movimenti. In questo caso ho ritenuto più utile, vista l’età dei bimbi e il lavoro di preparazione con le educatrici, di raccontare subito la storia ( sarebbe utile impararla a memoria o comunque raccontarla senza leggerla) . Ha funzionato!!! Il livello di attenzione è stato abbastanza alto per tutta la durata dell’attività.
Ecco la storia ( in neretto le posizioni)
” L’inverno stava arrivando e gli uccelli erano volati a sud ( tutti i bambini si muovono nella stanza come uccellini e dopo un paio di giri al suono della campana tibetana ritornano sui loro tappetini) dove faceva più caldo e si trovavano bacche da mangiare. Un uccellino aveva l’ala spezzata e non poteva quindi volare via insieme ai suoi amici ( il bambino che interpreta l’uccellino fa qualche saltello sul posto immaginando di fare fatica perchè ha un’ala spezzata) . Era rimasto solo in mezzo al gelo e alla neve. Il bosco sembrava un posto più caldo così l’uccellino si fece strada tra gli alberi per chiedere aiuto.
Per primo trovò delle betulle ( l’uccellino si avvicina, invitato dall’insegnante, al gruppetto di bambini che interpretano le betulle).
– Belle betulle – disse – la mia ala è spezzata e i miei amici sono volati via. Posso vivere tra i vostri rami fino al loro ritorno?
– No davvero!- risposero le betulle, spostando le loro foglie ( i bambini betulla spostano le braccia indietro come se volessero allontanarsi) – noi del grande bosco abbiamo i nostri uccellini a cui dar da mangiare. Non possiamo fare nulla per te!
– Le betulle non sono molto forti e forse non sarebbero riscite a reggere il mio peso – pensò l’uccellino. – Proverò a chiedere alle querce – e si diresse ( il bimbo uccellino si sposta ) verso il gruppo di querce ( i bambini sono nella posizione dell’albero) poco
distante.
– Grandi querce, voi che siete così forti mi lascerete vivere tra i vostri rami fino alla primavera, quando torneranno i miei amici?
– In primavera!!!!! Ma è un sacco di tempo. Come faremo a sapere se in tutto questo tempo non ci mangerai tutte le nostre ghiande? ( I bambini querce agitano le braccia come se volessero dire di no)
– Forse il salice sarà più gentile con me – pensò l’uccellino e si diresse alquanto sconsolato verso il gruppetto di salici (posizione dell’albero)
– Gentili salici, la mia ala è rotta e non sono riuscito a volare a sud con gli altri uccellini. Posso vivere tra i vostri rami fino alla primavera?-
I salici non furono affatto gentili con l’uccellino visto che risposero: – A dire la verità, noi non ti conosciamo e noi salici non parliamo mai con gli sconosciuti. Probabilmente da qualche parte ci sono alberi che ospitano uccelli strani ma noi no….( I bambini salice agitano le braccia come se volessero allontanare l’uccellino).
Il povero uccellino non sapeva più cosa fare. Per quanto la sua ala fosse rotta e gli faceva anche un po’ male, provò a volare ( ancora il bimbo-uccellino saltella con difficoltà).
Ad un certo punto sentì una voce…
– Uccellino dove stai andando?-
– Non lo so- rispose l’uccellino tutto tremante per il freddo e la fatica.
– Allora vieni tra i miei rami- disse l’abete- potrai vivere tra i miei rami tutto l’inverno, se lo vorrai! Vieni su questo ramo che ha le foglie più fitte e più morbide-
Si sentì un’altra voce e questa volta era il pino che disse: – I miei rami non sono molto spessi, ma io sono grande e forte e posso proteggere te e l’abete dal vento del nord.
– Anche io ti posso aiutare – intervenne il ginepro. – Ti posso dare frutti per tutto l’inverno e tutti sanno che le bacche di ginepro sono molto buone!
(i bambini abete, pino e ginepro che erano già nella posizione dell’albero si allungano verso l’alto con le braccia bel dritte e l’atteggiamento forte e “importante”).
Gli altri alberi guardavano e commentavano.
– Non vorrei avere strani uccelli tra i miei rami- disse la betulla
– Non darei le mie ghiande a nessuno – disse la quercia.
– Non parlerei mai con degli sconosciuti – aggiunse il salice.
Quella notte arrivò il vento freddo del Nord che chiese al Re Gelo.
– Posso toccare ogni foglia nel grande bosco?-
– No – rispose il Re Gelo. – Gli alberi che sono stati gentili con l’uccellino con l’ala spezzata possono tenere le loro foglie –
E così il vento freddo del Nord soffiò impetuoso quella notte ( il bambino che interpreta il vento passa tra gli alberi correndo agitando un grande foulard o pezzo di stoffa azzurro o bianco mentre i bambini betulle, querce e salice agitano i rami mentre i bambini abeti, pini e ginepro stanno fermi e stabili nella posizione dell’albero).
La mattina dopo le foglie delle betulle, delle querce e dei salici giacevano tutte a terra , mentre le foglie dei pini, degli abeti e dei ginepri erano rimaste sugli alberi.
Ecco perchè si chiamano alberi sempreverdi!
BREVE RILASSAMENTO FINALE
Ora gli uccellini, dopo aver trascorso una giornata intensa di gioco e di volo ritornano al loro nido. Facciamo “volare” i bambini nello spazio e poi al suono della campana tibetano tornano sui loro tappetini e si rilassano nella loro posizione preferita ( sdraiati sulla schiena, sulla pancia, in posizione fetale o in balasana, la posizione del bambino che noi chiamiamo posizione della foglia).
Sono molto stanchi ma molto felici…
PICCOLO MOMENTO DI CONDIVISIONE
Possiamo stimolare delle piccole riflessioni sul significato della storia che avrà sicuramente suscitato dei pensieri rispetto all’accoglienza e alla generosità.
Per moderare questo momento ci viene in aiuto come sempre il bastone della parola.
RITO FINALE
I bambini nella posizione dell’ascolto, seduti a gambe incrociate, insieme ripetono per tre volte “NOI SIAMO TUTTI AMICI E PER QUESTO SIAM FELICI!”
Ecco alcuni feedback dei bimbi ai quali avevo proposto questa lezione raccolti dalle educatrici nei giorni successivi:
– Abbiamo fatto gli uccellini e gli alberi.
– Gli uccellini svolazzavano e cinguettavano.
– Poi abbiamo ascoltato la storia dell’uccellino dall’ala spezzata che andava da tutti gli alberi per vedere de lo riparavano dal freddo.
– Facevo l’uccellino che correva vicino all’albero e sorridevo perchè mi teneva tra i suoi rami.
– Ho imparato a fare l’uccellino con le ali dietro e cercavo un albero.
– C’era una bella storia dell’uccellino che è stato aiutato dall’abete e dal pino.
– Però alcunii alberi facevano gli antipatici.
– Il pino, l’abete e il ginepro l’hanno aiutato.
– E’ bello fare gli uccellini.
– Il vento che è arrivato ha tolto le foglie agli alberi antipatici e ha lasciato le foglie a quelli gentili.
– Abbiamo fatto il lavaggio agli uccellini perchè erano sporchi di fango.
– Ho fatto una specie di gioco di autolavaggio dove c’era un uccellino tutto sposrco e i compagni lo spazzolavano, lo lavavano e loo asciugavano.
– Mi è piaciuto tanto fare l’albero con le braccia in alto.
– Era bello quando gli uccellini volavano tutti liberi.
– Mi è piaciuto lavare gli uccellini, spruzzarli e lavarli.
– Il più bello dei giochi è stato l’autolovaggio perchè lavavo e asciugavo i miei amici.
– Mi è piaciuto quando spazzolavo l’uccellino Catia ( si, perchè anche l’insegnante deve giocare….. sempre!).