Le api giocano

Le api giocano e si divertono? Davvero!?!?!?
Eh si!
Secondo un nuovo studio pubblicato su Animal Behaviour, le api (nella fattispecie i bombi) amano giocare con i giocattoli. Nell’esperimento, i ricercatori della Queen Mary University di Londra hanno allestito un contenitore che permetteva alle api di spostarsi dal loro nido a un’area di alimentazione.
All’estremità del contenitore c’era una piccola palla che le api potevano spingere. I ricercatori hanno scoperto che i bombi esaminati erano più
propensi a giocare con la palla quando erano annoiati. Non solo: preferivano giocare con palle dello stesso colore della loro specie.
Questo studio è il primo a dimostrare che alle api, come ad altri animali, piace giocare. I risultati suggeriscono che le api potrebbero avere emozioni complesse e che non sono così semplici come pensiamo.
Lungo il percorso, come detto, le api potevano scegliere di passare attraverso una sezione separata con una serie di palline di legno. Per 18 giorni, gli scienziati hanno osservato come le api “facessero di tutto per far rotolare ripetutamente le palle di legno. Nonostante non vi fosse alcun incentivo apparente a farlo”.
Non è affascinante tutto questo?

Ecco il video dei nostri bombi giocherelloni.

Nella lezione di questa mattina anche noi abbiamo giocato riscoprendo la versione yogica del classico gioco del memory.
Se desiderate proporre quest’attività ai vostri piccoli yogi scrivetemi all’indirizzo catia@honeyyoga.it e sarò lieta di spedirvi in versione pdf “Il memory di Bee-atrix”.

Buon gioco!!!!!

 

I fantastici 4 elementi: acqua

Continuando il nostro viaggio oggi esploriamo insieme l’elemento acqua!
MATERIALI PER IL SETTING
– un cerchio di pannolenci blu (diametro 1m)
– un cerchio di pannolenci azzurro (diametro 50 cm)
– venti grandi gocce ritagliate nel pannolenci azzurro
– conchiglie
– la base per la realizzazione dell’attività creativa
– cartoncini azzurri (2 per ogni bambino)
– pennarelli blu (tanti quanti sono i piccoli yogin).

RITO INIZIALE: SCRIVIAMO LE PAROLE DELL’ACQUA
Ogni bambino prende uno dei due cartoncini azzurri e un pennarello blu e scrive la prima parola che gli viene in mente pensando all’acqua.

RISCALDAMENTO:
1° variante: LAVARSI E SCROLLARSI L’ACQUA
Massaggiamo le parti del corpo immaginando di cospargere il sapone. Seguono i movimenti che imitano lo scorrere dell’acqua sulle diverse parti del corpo e poi immaginiamo di doverci scrollare l’acqua di dosso facendo dei movimenti di scuotimento. I bambini possono essere in piedi o seduti. L’attività può essere proposta singolarmente o a coppie in un cui un bambino imita i movimento dell’altro.

2° variante: COME GOCCE
Immaginiamo il suono della pioggia (lo possiamo anche scandire con diversi strumenti) e invitiamo i bambini a scandirne il ritmo battendo con i piedi oppure battendo le mani. Se abbiamo a disposizione il bastone della pioggia proponiamo loro di riprodurre con il corpo il suo suono. Ne vedrete delle belle!

GIOCHI: IL BATTITO DELLA PIOGGIA
I bambini sono seduti in cerchio uno dietro l’altro.
Li invitiamo ad immaginare una leggera pioggerella che loro dovranno imitare battendo delicatamente con due dita sulla schiena del bambino davanti. La pioggia si fa più insistente e allora le dita utilizzate saranno quattro e quando la pioggia diventa un acquazzone useranno tutta la mano.
IMPORTANTE: quest’attività richiede un monitoraggio particolare da parte dell’insegnante per evitare che i bambini usino troppa “energia”. In alternativa al battito della pioggia sulla schiena del compagno possiamo proporre ai bambini di lavorare singolarmente battendo, prima con le dita e poi con tutta la mano, sull’altra mano.
L’insegnante modera il gioco descrivendo il ritmo della pioggia che cambia.

LA OLA (L’ONDA DEL MARE)
I bambini sono in cerchio accovacciati.
l’insegnante inizia il gioco alzandosi e portando le braccia in alto e poi ritornando nella posizione di partenza. I bambini, in sequenza, ripeteranno il movimento creando la ola.
Possibili varianti:
– cambiare il senso della ola
– Variare la velocità di esecuzione del gioco
– Per un maggiore coinvolgimento della muscolatura del tronco, disporre i bambini in cerchio, sdraiati sulla schiena con le gambe divaricate, le braccia aperte e i piedi a contatto. L’insegnante eleva il busto e lo flette a sinistra andando a toccare con la mano destra il piede destro del bambino, dice “ola” e poi torna a nella posizione di partenza. Il bambino farà lo stesso e via via tutti gli altri.

STORIA ANIMATA CON GLI ASANA: STORIA DI UNA GOCCIA

C’era una volta una piccola goccia d’acqua (posizione della goccia), che viveva nel mare insieme ad altre compagne: rideva, scherzava e giocava con i pesci (posizione del pesce) e con le stelle marine (posizione della stella).
A volte saliva sulla superficie per vedere le barche (posizione della barca).
La nostra amica goccia, che si chiamava Gocciolina, era sempre allegra, ma un giorno diventò triste perchè non riusciva più a trovare il suo migliore amico, Goccetto.
A Goccetto era successo quello che succede alle gocce quando stanno tanto sulla superficie del mare che ad un certo punto volano in alto nel cielo come degli uccellini (posizione dell’uccellino).
Infatti le gocce, riscaldate dal sole, si alzano e cominciano a volare…
Un giorno Gocciolina disse: “voglio volare anche io!”.
E da quel giorno cercò di farsi notare dal sole (posizione dei raggi del sole), perchè la scaldasse e la facesse volare.
Finalmente un raggio di sole si posò sopra di lei e la riscaldò.
Com’era caldo il sole!
Gocciolina cominciò a sentirsi leggera leggera e allora capì che stava volando verso il cielo.
Lì incontro tante sue amiche che come lei erano state trasformate in vapore e insieme formarono una graziosa nuvola (posizione della nuvola) che un venticello leggero spostava di qua e di là.
Ma dopo un po’ il venticello si trasformò in un vento molto forte (posizione del vento) che spingeva le nuvolette verso dei grossi nuvoloni neri.
L’aria si era fatta molto fredda.
” Cosa mi sta succedendo?” piagnucolò Gocciolina – “mi sento così pesante adesso… da non riuscire più a volare. Quest’aria fredda mi fa male!”.
E infatti Gocciolina, insieme alle sue amiche stava precipitando (posizione della mani a terra) verso la terra e insieme caddero in un grande prato fiorito.
Penetrò nella terra (posizione della goccia) e a dire la verità aveva un po’ paura perchè lì sotto era tutto buio. Ma continuò a seguire le altre gocce fino a quando uscì e si rese conto di essere diventata la goccia di una bellissima sorgente.
Gocciolina chiese: ” E ora… dove si va?”
“Adesso andiamo ad incontrare un ruscello, che ci porterà fino al fiume, che ci riporterà fino al mare dove continueremo a giocare con i pesci e con le stesse marine, a salire in superficie a vedere le barche fino a quando un raggio di sole ci scalderà di nuovo.

Sequenza delle posizioni










ATTIVITA’ CREATIVE:
Ecco i link a risorse interessanti sul tema

Lavoretti creativi
Festone con gocce d’acqua
Il ciclo dell’acqua

RITO FINALE: SCRIVIAMO LE PAROLE DELL’ACQUA
I bambini scrivono sul secondo cartoncino azzurro la parola legata all’acqua dopo le esperienze vissute nella lezione di yoga.
Cosa è cambiato?

A domani con lo sviluppo della lezione dedicata all’elemento fuoco!

I fantastici 4 elementi: terra

Siamo all’inizio del nostro piccolo percorso che ci porterà ogni giorno, per quattro giorni, alla scoperta dei quattro elementi.

Iniziamo con l’elemento Terra.
MATERIALI PER IL SETTING (foto):
– un cerchio di pannolenci giallo (diametro 1 m)
– un cerchio di pannolenci marrone (diametro cm 50)
– foglie e rami ritagliati nel pannolenci di diversi colori
– cartoncini gialli rettangolari (25×10 cm): il numero dei cartoncini varia a seconda del numero dei bambini che partecipano alla lezione. Ogni bambino avrà due cartoncini.
– 1 pennarello marrone per ogni bambino
– 1 piantina per ogni bambino (io avevo deciso di donare un cadeau ai miei piccoli yogin)

Approfondimento: L’importanza del setting nel progetto Honey Yoga

RITO INIZIALE: SCRIVIAMO LE PAROLE DELLA TERRA

Ogni bambino prende uno dei due cartoncini gialli e scrive con il pennarello marrone la prima parola che gli viene in mente pensando alla terra (marrone, prato, sabbia, campo, orto …. sono alcune di quelle scritte dai miei piccoli yogin)

RISCALDAMENTO: IL RISVEGLIO DELL’ALBERO

Come ogni mattina gli alberi si svegliano e iniziano a muoversi gentilmente per riscaldare tutte le sue parti:
Da posizione eretta.
– le radici: disegnamo dei cerchi con i piedi
– il tronco: disegnamo dei cerchi con le gambe… sempre più grandi
disegnamo dei cerchi con i fianchi… in senso orario e in senso antiorario
– i rami: disegnamo dei cerchi con le braccia… prima piccolini e poi sempre più grandi… in senso orario e in senso antiorario
– le foglie: disegnamo dei cerchi con le dita delle mani e con i polsi… in senso orario e in senso anriorario.

GIOCO: A TERRA

1° variante: Lasciamo che i bambini camminino nello spazio che hanno a disposizione seguendo il ritmo del tamburo.
Allo stop l’insegnante nominerà una parte del corpo e i bambini dovranno appoggiarla a terra. Saranno invitati a sentire il contatto e la stabilità.

2° variante: i bambini cammineranno come se la terra fosse fangosa, oppure con tanti sassi, oppure con la sabbia che scotta, o ancora con la neve. Oppure immaginiamo di camminare su una superficie gommosa o ancora in equilibrio su una striscia di terra. Come cambia il nostro modo di camminare?

STORIA ANIMATA CON GLI ASANA: IL BAMBINO CHE PARLAVA CON LA TERRA

C’era una volta un bambino che parlava con la terra.
Gli bastava soltanto accucciarsi e porgerle l’orecchio per sentirla parlare (posizione del bambino)
Il bambino e la terra giocavano insieme, nei pomeriggi di tutti i giorni dell’anno.
“Terra, terra, a cosa giochiamo oggi?”
“Scavami bene, deposita un tesoro e coprilo di nuovo, Domani lo ritroverai”
E così il bambino scavava (posizione dell’aratro) nascondeva il soldino che gli aveva dato la mamma, per ritrovarlo il giorno successivo.
“Terra, terra, cosa facciamo oggi?”
“Prepara le montagnette (posizione della montagna) per far scivolare il trenino di legno” oppure “Osserva bene le formiche e scopri dove vanno. Di sicuro non ti annoierai”.
Passarono gli anni, il bambino crebbe, andò via a studiare per un periodo di tempo e poi ritornò. Volle accucciarsi per posare l’orecchio sul terreno (posizione del bambino)
” Quanto tempo!” disse la terra. “Vuoi giocare di nuovo con me al tesoro sepolto? O preferisci forse le montagnette?”
“Ma ormai sono cresciuto” rispose il ragazzo. ” Non gioco più da tanti anni. Ho bisogno di lavorare per guadagnare dei soldi che mi consentiranno di vivere”.
“Non preoccuparti” disse la terra “Procurati dei semi, scava una buca e mettili dentro. Innaffiali e vedrai che crescerà la frutta che potrai vendere al mercato”.
(sequenza del seme-germoglio-alberello di frutta).
Il ragazzo fece ciò che gli aveva detto la terra e guadagnò molti soldi.
I soldi, però, gli guastarono l’anima. Aprì una fabbrica di oggetti di plastica.
La terra e l’acqua si inquinarono e in breve tempo l’ambiente che lo circondava fu completamente sporco.
“Voglio regalare un bel mazzo di fiori (posizione del fiore) a mia moglie” disse il ragazzo che era ormai cresciuto e aveva formato una famiglia.
” andrò io stesso a raccoglierli in giardino”.
Camminò a lungo, guardandosi intorno, ma era inutile. Dove una volta c’erano i prati ora crescevano solo bottiglie di plastica.
Allora si inginocchiò e posò ancora una volta l’orecchio al terreno (posizione del bambino).
“Terra, terra, dammi dei fiori per mia moglie”
“Non posso” rispose la terra. “Mi hai fatto mangiare tante porcherie e hai reso l’acqua inquinata e nera più del petrolio. Come potrebbero crescere dei fiori?”
Il giovane capì di esserci comportato male.
Chiese scusa alla terra, chiuse la fabbrica di plastica e piantò tanti bellissimi fiori.
Così tanti che se chiudiamo gli occhi e annusiamo, possiamo sentirne ancora il profumo (facciamo dei lunghi e profondi respiri dal naso… quando ispiriamo immaginiamo di avere davanti a noi tanti fiori profumati).

Per illustrare le posizioni della sequenza ci viene in aiuto come sempre la nostra Bee-atrix!


Sequenza seme-germoglio-alberello di frutta




ATTIVITA’ CREATIVA: COLORIAMO CON LA TERRA

Ecco alcuni link di interessanti proposte sull’argomento:

Formazionearte
Uno..due..tre..terra (un progetto fantastico di una Scuola dell’Infanzia di Pisa)
La classe della maestra Valentina

RITO FINALE:  SCRIVIAMO LE PAROLE DELLA TERRA
invitiamo i bambini a prendere il secondo dei due cartoncini gialli e scrivere, dopo aver vissuto esperienze di gioco e di movimento (ma anche esperienze di valori come il rispetto per l’ambiente), quella che è adesso la loro parola legata alla terra. Vedrete che sarà molto diversa dalla prima. Questo è un semplice modo per dare risonanza al lavoro svolto durante la lezione!

L’età consigliata per queste lezioni è 6-10 anni

Bee-atrix ed io speriamo che questa proposta vi sia piaciuta e vi sia utile.
A domani con l’elemento ACQUA!
Namaste!

Come proporre Yoga Nidra ai bambini

Da ottobre a dicembre del 2022 sono stata impegnata in un corso di idoneità alla conduzione della pratica di Yoga Nidra proposto dalla Scuola di Yoga Satyananda Ashram Italia.
Pratico il Satyananda Yoga dal 2008 e trovo che sia un metodo completo e adatto a me.
Amo tantissimo la pratica di Yoga Nidra e desideravo imparare a condurla secondo questa tradizione.
Yoga Nidra è un “metodo sistematico per indurre un completo rilassamento fisico, mentale ed emozionale…. Durante la pratica di Yoga Nidra si appare addormentati, ma la coscienza funziona ad un livello di consapevolezza più profondo
Per una più profonda conoscenza della pratica mi affido alle parole di Swami Anandananda Saraswati in questo video

Mi sono sempre domandata se una pratica così profonda potesse essere proposta ai bambini (età 8-14 anni).
La risposta è si… ovviamente tenendo conto delle caratteristiche e necessità dei bambini stessi e non deve durare più di 10/15 minuti.
Una fase della pratica consiste nella rotazione della consapevolezza attraverso le varie parti del corpo. Il praticante è guidato a prendere consapevolezza attraverso le istruzioni dell’istruttore. Per i bambini è molto importante tenere vivo l’interesse attraverso delle immagini che stimolano l’immaginazione. Allora possiamo guidare i bambini in questo viaggio tra le varie parti del corpo invitandoli ad immaginare una farfalla che si posa qua e là oppure una luce che si accende sulle parti del corpo che vengono nominate.
La fase di consapevolezza del respiro può essere proposta immaginando di essere in una bolla che si espande quando inspiriamo e si ritira quando espiriamo.
La fase delle visualizzazioni dovranno essere semplici e brevi (non più di cinque minuti), ispirate agli elementi della natura (una passeggiata nel parco, diventare un albero da frutta).
Un elemento molto importante è dare risonanza a ciò che i bambini hanno vissuto durante la pratica attraverso un momento di condivisione.

Ecco alcune indicazioni importanti per gli insegnanti:
– Adattate le pratiche secondo l’età e la comprensione dei bambini;
– Se guidate delle sessioni di gruppo è meglio raggruppare sei o sette bambini della stassa età;
– Ogni qualvolta sia possibile, utilizzare una stanza spaziosa e arieggiata dove vi sia una buona vibrazione. Cercate di utilizzare la stessa stanza per tutte le pratiche.
– Fate seguire ad ogni sessione una breve discussione, magari disegnando, colorando o mimando ciò di cui si è fatto esperienza durante la pratica. Permettete ad ogni bambino di esprimere le proprie esperienze. Anche coloro che sono timidi dovrebbero essere incoraggiati a parlare riguardo a ciò che hanno visto e sperimentato.
– Valorizzate le esperienze di ognuno e siate sicuri che non vi siano bambini confusi, spersi o infelici.
(Swami Satyanananda Saraswati – Yoga Nidra – Edizioni Satyananda Yoga Italia)

“La rete magica” una favola della Papua Nuova Guinea + una sequenza yoga

In queste ultime due settimane sono stata molto impegnata ( ragione per cui il mio piano editoriale ha subito una brusca frenata…).
Come sapete io sono molto attiva nella mia parrocchia come catechista e ho accettato con molto piacere l’invito del Gruppo Parrocchiale di Carità Missionario a raccontare una favola ai ragazzi che frequentano il percorso di Iniziazione Cristiana.
Come vedete nelle immagini ho utilizzato uno strumento che da sempre mi accompagna: il mio adorato Kamishibai!

Si tratta di una favola originaria della Papua Nuova Guinea.
In Papua Nuova Guinea ci sono sacerdoti e suore missionari/e che svolgono una grande opera di solidarietà.
E noi parrocchiani siamo stati coinvolti in questo periodo di Quaresima con diverse iniziative per raccogliere fondi da inviare a questi amici così lontani (senza dimenticarci dei fratelli dell’Ucraina naturalmente).
La favola racconta di due amici che vengono separati ma …

Ok! Vi racconto la favola e ovviamente propongo una sequenza di posizioni yoga che la possono accompagnare. Modella … come sempre… la nostra Bee-atrix!

Baracuma era un pescatore speciale, perché grazie al suo ingegno riuscì a costruire una rete da pesca magica.

Appena la stendeva in acqua i pesci erano attratti verso la rete e facevano a gara per infilarsi il più in fretta possibile tra le sue maglie.

Così, quando la sua barca tornava a terra, le reti erano così gonfie e pesanti che dieci uomini non sarebbero stati capaci di trascinarle fino al villaggio.

Un giorno Wandi, un aborigeno di una tribù amica, gli chiese “Prestami la tua rete, la mia gente sta soffrendo la fame e da tantissimi giorni non pesco nulla.”

“Non posso amico mio, perché il Popolo del Cielo mi farà morire se, al calare del sole, non mi troverà sulla spiaggia con la mia rete.” disse Baracuma.

Ma Wandi insistette fino a che il pescatore cedette e lo accontentò. “Va bene, però riportami la rete magica prima del tramonto, altrimenti guai a me”, si raccomandò Baracuma.

Wandi acconsentì e prese il largo con la sua barca. Gettò in mare la rete magica e pescò un’incredibile quantità di pesci. Fu costretto a fare tanti viaggi per portare tutti i pesci al villaggio, mentre la tribù festeggiava con canti e danze.

Così però Wandi dimenticò la promessa e il tramonto sorprese Baracuma a mani vuote.

Wandi, ricordando all’improvviso la promessa, corse all’impazzata dall’amico, ma era troppo tardi.

Il Popolo del Cielo aveva tolto lo spirito vitale dal corpo di Baracuma.

Per la tristezza Wandi si trasformò in un’aquila e si appollaiò sull’albero più alto del villaggio.

Uno stregone, però, saputo che Baracuma era morto per la sua generosità, usò i suoi poteri perché il suo spirito sopravvivesse racchiuso nel corpo di un topolino.
Anche il Popolo del Cielo fu d’accordo con lo stregone “Baracuma ha vissuto per gli altri, quindi è giusto che per lui si faccia un’eccezione.”
Infatti grazie alla sua generosità e alla sua rete al villaggio di Wandi nessuno ebbe più fame.

E da allora l’aquila vola alta nel cielo alla calda luce del sole, mentre il topo scava gallerie sotterranee e caccia al chiarore della luna.
Ma la loro amicizia durerà per sempre!